Un cavallo bianco, libero, al galoppo, corre sul bagnasciuga come la pubblicità di un bagnoschiuma di
tanti anni fa, sollevando schizzi d'acqua che sembravano raggiungerti a tavola davanti la tv. Un tempo lontano, in cui ci si lavava ancora con il sapone
ed io bambino, per i capelli usavo lo shampoo che non bruciava gli occhi, ma
non era vero perché provavo a tenerli aperti e bruciavano eccome. E prima ancora, più
indietro nel tempo, chi si occupava di me? Le dita di mia madre alla ricerca di pepite preziose nelle orecchie di un monello. Orecchie che diventavano
rosso fuoco. Inutile protestare, era un'operazione sadica e più mi
ribellavo più ci dava dentro. Le piastrelle del bagno color
giallo ocra, l’asse del water nero, in plastica, i rubinetti dell’acqua calda e
dell’acqua fredda divisi, segnati di rosso e di blu, che ricordo ancora lo
stupore quando adolescente ho visto il primo miscelatore. Sembrava venuto dal
futuro, un’invenzione per persone ricche. Oggi che ce l’hanno
tutti e che a pensarci bene, la mia di famiglia ricca non lo era. A me però sembrava
un oggetto così raffinato. Basta scottarsi, basta gelarsi, dover aspettare di
mischiare le acque nel lavabo. Il tiepido in diretta.
È stato un bene, è
stato un male? “Ti vomiterò dalla mia bocca, poiché non sei né freddo, né caldo.”
Mi sembra che una sacra scrittura dica qualcosa del genere.
Come a lasciare intendere che non ci sia gradimento per i tiepidi. Ci siamo un pò intiepiditi? Beh, sì, al massimo si può provare a gelarsi o scottarsi di tanto in
tanto. Non di più. Troppa inerzia da vincere. Si è lenti dalle parti della
pancia, l’ozio l’ha nascosta sotto strati di delizie che sono una croce. Non si
sale. Serve altro che una dieta, ho sentito addirittura un amico mio dire di togliere
ogni tornaconto dal proprio amare. Sì, proprio quello lì, il famoso amore incondizionato. L’unica merce rimasta senza codice con le
sbarre. Accettano solo più questa moneta da quelle parti. Ne ho sentito parlare, chissà che forza che deve avere. Quindi tutto il resto dei prodotti sarebbero marchiati dal
cornuto. Ma allora esiste? Io conoscevo il cornuto che è in me, che è in noi. Noi che una volta avevamo anche la coda,
mentre le corna, quelle, le abbiamo da sempre. Come certe zaffate di zolfo da
sotto le lenzuola degne di un caprone.
Bassi istinti, alti
inganni.
Se fosse vero però, cosa
ci viene chiesto: togliere ogni tornaconto dal proprio amare. Le cose non stanno
forse che siamo da sempre lì, a metà strada, attratti da un azzurro
inarrivabile e un fango che ci reclama? A metà strada, come un bagno tiepido, né caldo, né freddo. Da augurarsi uno shock, un imprevisto. Vidal. Ecco come si
chiamava la pubblicità di quel cavallo bianco che correva. Un cavallo chiamato desiderio.
Nessun commento:
Posta un commento