lunedì 7 marzo 2016

Il tocco che non tocca

Conosci il tocco che non tocca?
Eh?
Ho detto: conosci il tocco che non tocca. È come uno sguardo che non guarda o un sentire che non ascolta. 
Intendi, non fare attenzione? E' questo che vuoi dire?
Non proprio. Hai mai fatto caso che non tutte le strette di mano sono uguali?
Beh, sì.
Dammi la mano.
I due si scambiano una stretta.
Come ti è sembrata?
Non so, vigorosa? 
Ecco, c’è chi una mano la stritola, chi la porge con la consistenza di un’ostrica che ti si spalma fra le dita, chi sorride e ti guarda in modo aperto, chi la dà perché obbligato, senza averne la minima voglia. E via dicendo. Ma non siamo ancora al punto. Io parlo di chi in realtà si porta via qualcosa. E tu non te ne accorgi. Ridammi la mano.
I due si scambiano una stretta.
Allora?
Beh, che sensazione strana. È come se non mi fosse passato niente. Eppure…
Eppure, ho sorriso e ti ho guardato negli occhi.
Sì. Non capisco però, mi sembra diverso da prima.
Sono stato meno “vigoroso”, come hai detto un momento fa?
No, non è questo. Non saprei descriverlo.
Non puoi, semplicemente. È normale. Il motivo è che ti ho appena fatto un prelievo. Su più fronti. Ti ho dato il tocco che non tocca, lo sguardo che non guarda e il sorriso che non ride. Tu però non sei in grado di descriverlo, è come se avessi perso lucidità. Infatti, è proprio quello che è successo.
Ho capito. Però, non dove vuoi arrivare.
Allarghiamo adesso questo esempio della stretta di mano alle relazioni. Sei felice?
Che domanda. Così poi, su due piedi. Sì dai, sono felice! Non sempre, ma abbastanza.
Cosa ti fa dire questo?
Insomma, ho una salute decente, un lavoro, una moglie, una figlia, un gatto e i miei genitori sono ancora vivi.
Quindi, ti ritieni soddisfatto?
Si. Non mi posso lamentare.
Dammi la mano.
I due si scambiano una stretta.
Come ti è sembrata questa?
Ostile. Apertamente ostile. Mi sto anche innervosendo, ora! Al diavolo tu, le tue domande e le strette di mano.
Bene. Visto? Ora, non ti è stato difficile rispondere subito.
Che vuoi dire?
Che hai percepito subito la mia ostilità.
E con questo?
Con questo, hai potuto difenderti dal mio prelievo e mantenere la lucidità. Ti ho dato un tocco che tocca, anche se sgradevole, unito ad una provocazione. In realtà, arrabbiandoti per un momento, un po’ di prelievo c’è stato, ma poca roba, ho subito smesso, spiegandoti il mio gesto.
Accidenti. Però, non c’era niente di plateale nel tuo darmi la mano, se ci penso. Sembrava quasi come prima.
Già, sembrava. Ancora un'ultima domanda, poi ti lascio in pace, promesso. Fra la stretta di mano che ti ha disorientato e questa, quale preferiresti se fossi obbligato a scegliere?
Credo, quest’ultima. Almeno, potrei decidere come comportarmi.
Anche io la penso così. Preferisco il tocco che tocca.