venerdì 27 gennaio 2017

Mc Donald's



Questa sera sono andato al cinema per vedere Florence con Meryl Streep. Ci sto andando più spesso ultimamente, da quando posso esibire la mia carta VIP della 3, che mi manda gratis a poggiare le chiappe in platea una volta la settimana. Non riesco ad utilizzare sempre questo bonus, ma abbastanza per star dietro a ciò che esce nelle sale. Lo scherzetto della serata però è stato, una volta giunto al cinema, scoprire che Florence non era più in programmazione. Mio errore di lettura della App per carità, in compenso potevo scegliere fra un fantascientifico Arrival di cui non ne sapevo nulla e The Founder, il film con Michael Keaton dedicato al fondatore di Mc Donald’s. Ora, per uno che i Mc Donald’s li usa come vespasiani quando è in giro per città, la voglia di assistere ad un pippotto sul sogno americano mi allettava quanto una manciata di sabbia in faccia, così ho ripiegato, o almeno volevo, sul genere fantascienza. Peccato fosse già cominciato. Al che mi sono arreso ed ho pensato che se non sai scegliere il film da andare a vedere consultando la App sul telefonino, è giusto che ti tocchi Mc Donald’s. Non ne faccio una questione politica, da no global peace and love, o meglio non solo, ma la roba che danno da mangiare a me fa davvero schifo. Avrebbero già fallito da tempo per quanto mi riguarda. Invece c’è chi ci porta a mangiare la famiglia la domenica e sono le volte in cui se non faccio attenzione somatizzo. Male. Perché ho il brutto vizio in quel caso, di giudicare il mio prossimo e neanche bene, infatti gli darei schiaffi e calci in culo buttandoli fuori da quei posti. Il mio è amore, ma temo non compreso. Comunque dal cetriolino, a quella roba gialla (ceddar?) che cola sull’hamburger, al pane finto che usano, mi sembra la sagra dello squallore. Quindi mi accomodo in poltroncina sereno, ma un momento prima che inizi il film realizzo invece di essere proprio nel  posto giusto, io quel film lo dovevo vedere. Un film piacevole, bello anzi, con un Michael Keaton davvero bravo. Credo che mi sarei divertito un mondo a fare quel personaggio. Il figlio di puttana represso che è in me, che c’è e saprebbe essere davvero bastardo. In pratica, la storia reale che viene raccontata è quella di un tizio che ruba l’idea, all’epoca rivoluzionaria, di una ristorazione express che soppianta i drive in e le lunghe attese con hamburger pronti in 30 secondi, una catena di montaggio del panino insomma, inventata da due fratelli, brava gente, i Mc Donald’s appunto. Quando il figlio di puttana li conosce, fiuta con merito la potenzialità della loro invenzione e li convince ad avviare un franchising su scala nazionale e così da rappresentante di macchine per frappé, si trasforma in uomo di affari. Il grande sogno americano. Ora la faccio breve, in poco tempo la cosa ha un grande successo, i rapporti si logorano però, poiché il protagonista spinge di brutto, mentre i due fratelli sono più votati alla qualità e bontà dei prodotti offerti, piuttosto che al business. Il figlio di puttana intanto si trasforma, travolto da un grande successo divorzia, dà il benservito alla brava donna che aveva avuto al suo fianco fino a quel momento e si prende la moglie di un proprietario di ristorante suo affiliato, una cagna di gran classe. E mi scuso con le cagne, quelle vere. Poi non sazio, vuole tutto e con una manovra degna dei migliori squali, si prende nome, baracca e burattini, liquida i fratelli promettendo con una stretta di mano l’1% dei futuri profitti che mai elargirà, dirà la storia. La platea intanto trasuda eccitazione, arrapata dall’intraprendenza e il successo del protagonista. Ogni tanto vibrano mugugni goduriosi, soprattutto in concomitanza di ogni colpo assestato ai due fratelli. Lì ho capito che forse posso guarire la mia depressione. Mi è venuta in mente una vignetta che avevo letto qualche tempo fa su FB che più o meno diceva: prima di convincerti di essere depresso, guarda se per caso sei circondato da una marea di stronzi. Ma non mi sono chiuso, per niente, ormai conosco bene i vincitori di oggi. Applaudo ammirato anche io la superiorità di questa mentalità che segna i nostri tempi. Ho sorriso e salutato i titoli di coda con gaio vaffanculo. Che valori di merda ci hanno inculcato questi americani. Però, che gioia deve essere fare milioni di dollari. Avere il cervello programmato esclusivamente su come farli e se si deve passare sopra tutto e tutti, pazienza. No? Pare di sì e quanta ammirazione per questi numeri uno. Stasera comunque ho avuto la conferma del gran figlio di puttana che sarei, se solo volessi. Forse anche la mia gastrite ne gioverebbe. Quasi quasi. Uscito dal cinema nevischiava, è stata una pedalata romantica fino a casa.