Chi
ha parlato? Chi è che parla?
Sono
solo in casa. Sento le voci. Lo sapevo. Prima o poi sarebbe successo. A tentare
di corteggiare il Genio, rischi di beccarti sua sorella Follia, che ti credi.
Chiamare la neuro. Chiamate un’ambulanza. Camicia di forza per tazze. Taglia?
Non lo so. Però una manica sola. Quale? Non facciamo domande idiote. Quella
sinistra perdio, sono mancino. Non si vede che mentre scrivo sbavo
l’inchiostro? No? Non si vede? Peccato. Io ho la mano sinistra tutta
sporca di inchiostro. Nero. Scrivo solo in nero sul pc. Consumo una cartuccia
al mese di word. A volte mi piace riempire la bocca di inchiostro e sputarlo
sul foglio. Poi aspetto che si asciughi. Dopo, comincia la febbre. Prendo il
bianco e comincio, comincio a pulire. Prima i margini, poi i bordi. Poi metto
il pc in controluce e aspetto. Aspetto che si intraveda l’immagine di tutte le
lettere. A quel punto devo salvarlo, devo salvare il testo. Corro a rotta di
collo fra una lettera e l’altra per liberarle. Lì c’è una q, lì una u là una i
e via così. Bianco di lì, bianco di là, è una lotta contro il tempo per
liberar parole. Presto, prima che l’immagine svanisca. Non so neanche cosa c’è
scritto, non ho tempo di leggere: lo faccio mentre lo faccio, quello che
faccio. Se mi fermo lo perdo. Non è mica farina del mio sacco questa, no, no.
Me l’ha insegnato Michelangelo. Lui prendeva i pezzi di marmo e poi liberava il
Mosè che c’era dentro, tanto per dirne una.
L’avete
mai visto il Mosè di Michelangelo? Ha due cornini sulla testa che gli donano
una meraviglia. Ci ha fracassato il Vitello d’Oro quando è sceso con le tavole,
aveva le mani occupate d’altro canto. Che bel tipetto che era. Ecco, è così che
si fa arte. Non c’è mica niente da trovare. C’è solo da togliere, liberare, ciò
che ingombra. Via, via.
Si
però io mi sento in colpa lo stesso. Leccami! Leccami almeno un po’.
Va
bene, adesso metto a scaldare sul fuoco un po’ d’acqua e ti riempio di malva,
ok? E ti do tanti bacini. No, no, niente microonde, niente microonde, non sono
mica un assassino! Io l’acqua la rispetto. Non l’ammazzo mica, non bevo
cadaveri di gocce. La scaldo col fuoco. Perché col fuoco si scalda l’acqua, col
fuoco non con le onde.
Ma
l’orizzonte? Hai guardato l’orizzonte? Ma cosa vuoi che ci sia all’orizzonte?