giovedì 31 ottobre 2013

PARLA CON ME

Senti, è faticoso. Perché devo continuare?
Perché no?
Cosa lo domando a fare se mi rispondi con un’altra domanda?
Allora non chiedermelo.
Quando fai così, ti odio.
Mi odi? Ti odi, vorrai dire. Io amo.
Perché dici che mi odio? Sentiamo.
In verità, non sei proprio tu che ti odi, è una parte di te che parla in continuazione con la tua voce, e tu scambi per te.
Chi sarebbe allora, se non sono io e neanche tu? Ma quanti siamo?
Te l’ho detto, è una parte di te che credi essere tu, ma non sei veramente tu, tantomeno me.
Non ci sto capendo più niente. Chi l’ha invitata allora, perché parla con la mia voce?
Vuole distrarti.
Da cosa?
Da farti scoprire ciò che sei. Nel tuo intimo.
Intendi, dentro le mie mutande?
No, un altro tipo di intimo.
Ah.
Ora hai capito?
Più o meno. So solo che mi dice un sacco di brutte cose. Sembra che provi gusto a spaventarmi e a darmi tormento.
Lo so.
Lo sai?! Falla stare zitta, no?
Io? Se lo faccio io, allora cosa serve? E' una sfida. Divertente.
Divertente?! Senti, ma cos'è un gioco?
Certo,sì. Suona strano, ma è così.
Ah, è un gioco? Credi che io mi diverta?
Continua.
A far che?
A cercare.
Cosa? Cosa c’è da cercare?
Il silenzio. Non hai bisogno di altro.
Lo capisci che è proprio qui il problema? Quello non sta mai zitto!
Non dargli più da mangiare, fallo morire di fame.
Morire di fame? E come si fa? Se è qui, nella testa, con me e con te.
È facile. Fallo sfogare, non reagire. Guardalo. Se non ti fai sconvolgere, la smette subito. Fa lo sbruffone, ma è un gigante dai piedi d’argilla.
E poi?
Poi, parla con me.
E chi sei tu?

Io sono l’Argilla che plasma i giganti.